mercoledì 21 febbraio 2007

Chi non conosce Hannibal Lecter, personaggio inquietante e malvagio cui presta il volto il formidabile Anthony Hopkins. "Il Silenzio degli innocenti" è il primo film di un trilogia che ha come filo conduttore gli efferati delitti del cannibale dandy, tanto inquietante quanto colto e brillante. Hannibal non aveva nulla di umano: l'azione delittuosa era depurata di ogni movente e ragione. Uccideva per il semplice piacere di farlo. In "Hannibal Lecter, le origini del male", film che va ad aggiungersi ai precedenti tre, la pretesa è diversa: si tenta di spiegare e giustificare la malvagità di quest'uomo, come se le sue reazioni trovassero la benchè minima giustificazione in sofferenze e traumi passati. Questo accade soprattutto nella vita reale: ad Erba la signora Angela Rosa Bazzi, insieme al marito, ha massacrato quattro vicini di casa. Una delle vittima era un bambino di appena due anni. Trovando assurdo il movente che avrebbe spinto i due coniugi a tale gesto, e cioè le banali incomprensioni di vicinato che turbavano la quotidianità delle famiglie coinvolte, si è andati alla ricerca del passato della donna, fredda, ossessionata dalla pulizia e dall'ordine rigoroso. Era stata violentata da giovane ma un trauma può in qualche modo spiegare, anche solo parzialmente, un'atrocità simile?
Crediamo che ciascuna creatura sia benevola e animata da sentimenti positivi. E' la vita a portarla altrove: un trauma, cattivi genitori, una società e una scuola sempre meno attente e presenti...Quello di cui abbiamo bisogno sono spiegazioni che ci permettano di circoscrivere il maligno, ingabbiarlo per paura di esserne sopraffatti noi stessi. L'origine del male sta davvero alla radice di un trauma pregresso oppure è oscura e incontrollabile? Hannibal è diventato un mostro o lo è sempre stato? Questo non lo sapremo mai...

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